Che cosa trattiamo
Ansia e attacchi di panicoL’ ansia è la normale risposta del nostro organismo che si prepara ad affrontare ciò che avverte come un pericolo, sia che questo sia reale che figurato. È una risposta innata di attivazione, caratterizzata da un aumento della vigilanza e dell’attenzione che ha l’obiettivo di prepararci ad affrontare il pericolo percepito favorendo una risposta di attacco o fuga. L’ansia si trasforma da normale risposta fisiologica a risposta patologica, quando la persistenza e l’intensità dell’emozione interferiscono con il nostro consueto comportamento, e vengono percepiti come minacciosi anche eventi neutri. L’attivazione fisiologica, tipica dello stato d’ansia, viene valutata in maniera catastrofica dall’individuo, diventando essa stessa una minaccia. Si crea così un circolo vizioso in cui l’interpretazione errata e catastrofica dei sintomi dell’ansia aumenta le sensazioni sgradevoli e queste a loro volta rinforzano l’interpretazione catastrofica.
La principale conseguenza dell'ansia e degli attacchi di panico è che l’individuo matura la tendenza ad evitare tutte le situazioni o le persone ritenute una pericolose. La persona sperimenta uno stato di intensa sofferenza e un aumento dei comportamenti protettivi o di evitamento, che possono portare a una limitazione della propria vita. Ecco qui potete scaricare un opuscolo utile per approfondire. Ansia Sociale |
DepressioneLe persone che soffrono di depressione vivono in una condizione di costante malumore e hanno pensieri negativi e pessimisti circa sé stessi e il proprio futuro, e tendono a non provare piacere nelle comuni attività quotidiane. Spesso sono presenti vissuti di perdita e fallimento. Sentirsi depressi significa vedere il mondo attraverso degli occhiali con le lenti scure: tutto sembra più opaco e difficile da affrontare, anche alzarsi dal letto al mattino o fare una doccia. Molte persone depresse hanno la sensazione che gli altri non possano comprendere il proprio stato d’animo. La sintomatologia tipicamente è più intensa al mattino e migliora nel corso della giornata, ma vi sono eccezioni. La depressione può manifestarsi con diversi livelli di gravità. Alcune persone presentano sintomi della depressione di bassa intensità, legati ad alcuni momenti di vita, mentre altre si sentono cosi depresse da non riuscire a svolgere le normali attività quotidiane. Possono essere presenti difficoltà nel prendere decisioni e nel risolvere i problemi, autocriticismo e autosvalutazione, pensiero catastrofico e pensiero pessimista.
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Il Disturbo d’Ansia Sociale o Fobia Sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato da un intensa paura di trovarsi in una situazione sociale, specie se nuova e non conosciuta, e di mettere in atto dei comportamenti o prestazioni non all’ altezza delle aspettative e da cui possa derivare un giudizio altrui negativo. Coloro che soffrono di questo disagio psicologico hanno costantemente paura di dire o fare cose inadeguate o imbarazzanti oppure di mostrare agli altri i segni della propria agitazione. Il timore principale è quello di essere giudicati ansiosi, deboli, impacciati, stupidi, sciocchi o inadeguati: questa paura può essere così forte da produrre intense sensazioni di disagio (es: palpitazioni, tremori, sudorazione, malessere gastrointestinale, tensione muscolare, confusione), che possono sfociare in veri e propri attacchi di panico. I contesti che possono scatenare ansia sociale sono i più disparati: feste, riunioni di lavoro, cene, mangiare o usare il telefono davanti ad altri ecc..
Disturbo del controllo degli impulsiL’impulsività rappresenta la voglia irrefrenabile di eseguire un’azione incontrollabile, involontaria, incontenibile, motivata dalla ricerca di sensazioni forti ed in generale del piacere. Si reagisce molto rapidamente a uno stimolo proveniente dall’ ambiente esterno sottostimando le possibili conseguenze negative. L’impulsività non è sempre negativa: le persone che hanno tratti impulsivi sono brillanti, veloci nelle decisioni, spontanei e spesso intuitivi. L’impulsività può essere quindi funzionale, ma se fosse l’unica modalità attuabile in tutte le situazioni quotidiane, potrebbe causare inconvenienti relazionali e personali. Si parla di Disturbi del Controllo degli Impulsi quando una persona non riesce a resistere ai suoi impulsi, mettendo in atto comportamenti che possono essere pericolosi per la sua sicurezza o quella degli altri. L’esperienza soggettiva che accompagna il gesto impulsivo include un aumentato senso di attivazione o tensione (prima di cedere all’impulso) seguita da gratificazione e da un allentamento della tensione dopo il compimento dell’atto, così come avviene nell’abuso e dipendenza da sostanze.
Uno dei principali disturbi del controllo degli impulsi è il gioco d’azzardo patologico, tuttavia l’impulsività è una caratteristica distintiva di altri disturbi come lo shopping compulsivo, la bulimia e il disturbo Borderline di personalità. Stress da dolore cronico o da patologie cronicheIl dolore è un’esperienza percettiva creata dal cervello per allertarci verso una minaccia reale o temuta in specifiche parti del corpo. Come per altre esperienze percettive (la vista, il gusto, la fame..), stimoli provenienti dai recettori periferici si combinano a livello cerebrale con le emozioni, l’umore, i pensieri e i ricordi presenti in quel momento, relativi a precedenti eventi minacciosi. L’integrazione di questi fattori è necessaria per l’esperienza consapevole del dolore. Nel dolore cronico, in particolare, gli input sensoriali giocano un ruolo meno determinante in questo vissuto, e acquisiscono maggiore importanza i percorsi affettivi e cognitivi di elaborazione dello stimolo nella creazione delle percezioni dolorose. Il dolore cronico, come anche le patologie croniche ingenerale, possono costituire importanti stimoli stressanti nella vita di una persona, poichè, oltre ad essere esperienze percettive profondamente spiacevoli, hanno un’influenza negativa sulla quotidianità della persona limitando spesso il perseguimento dei suoi scopi e interessi. In base a come vengono vissute e interpretate tali limitazioni, vi sarà una diversa ricaduta in termini emotivi: le tipiche reazioni includono ansia, paura, rabbia, senso di colpa, frustrazione e depressione, e a loro volta esse hanno un impatto sull’andamento dell’esperienza dolore. E’ quindi molto importante conoscere, gestire e accettare tali emozioni per migliorare il proprio benessere e sentirsi efficaci nella gestione del dolore.
Disturbi alimentariI disturbi del comportamento alimentare sono patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione sono: la diminuzione dell’introito di cibo, il digiuno, le crisi bulimiche (ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo), il vomito per controllare il peso, l’uso di lassativi o diuretici per controllare il peso, un’intensa attività fisica. Alcune persone possono ricorrere ad uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo dell’alimentazione. I principali disturbi dell’alimentazione sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED). Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è l’alterazione dell’ immagine corporea: la percezione che la persona ha del proprio aspetto ovvero il modo in cui nella sua mente si è formata l’idea del suo corpo e delle sue forme, sembrano influenzare la sua vita più della sua immagine reale. Spesso chi soffre di anoressia non riesce a giudicare il proprio corpo in modo obiettivo; per le persone che soffrono di bulimia nervosa l’angoscia può essere ancora più forte per il fatto che il fatto di perdere il controllo sul cibo fa percepire il peso corporeo (che molto spesso è normale) come eccessivo. Sia nell’ anoressia che nella bulimia nervosa la valutazione di sé stessi dipende in modo eccessivo dal peso e dalla forma del proprio corpo.
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Rimuginio e RuminazioneSi tratta di due tipologie diverse di processi mentali caratterizzati da ripetitività. La ruminazione è uno stile di pensiero ripetitivo, negativo, perseverante focalizzato sul proprio malessere emotivo, sui propri problemi finalizzato a comprenderne cause e conseguenze (es: perché succede a me? Perché reagisco sempre in questo modo?) Il rimuginio è una concatenazione di pensieri e immagini relativamente incontrollabili e attivati allo scopo di prevedere o prevenire eventi negativi in condizioni di incertezza e di costruire mentalmente ipotetiche soluzioni.
Nel lungo periodo provocano ripercussioni sullo stato emotivo della persona. Il pensiero ripetitivo determina un un circolo vizioso in cui l’unico esito è continuare a pensare in modo ridondante. Il pensiero ripetitivo, a seconda del tipo di emozione a cui si riferisce, assume connotazioni e significati diversi. La ruminazione è focalizzata su eventi passati ed è tendenzialmente connotata da tristezza, mentre il rimuginio identifica i pensieri rivolti al futuro di carattere ansioso. Questi stili di pensiero nel tempo diventano automatici e chi li mette in atto perde il contatto con la realtà, manifestando una serie di disagi emotivi e comportamentali. Disturbi di personalitàLa personalità è una combinazione di pensieri, emozioni e comportamenti che rendono ogni persona unica: è il modo con cui la persona vede, comprende e si relaziona con il mondo esterno, così come pure il modo in cui vede se stessa.
I Disturbi di Personalità non sono altro che modalità inflessibili, di percepire, reagire e relazionarsi alle altre persone e agli eventi. Ciò compromette in modo importante le possibilità del soggetto di avere rapporti sociali efficaci e soddisfacenti per sé e per gli altri. Ognuno di noi ha particolari modalità di relazionarsi agli altri e agli eventi (tratti di personalità), ad esempio c’è chi di fronte a situazioni problematiche cerca subito aiuto e supporto; altre persone invece preferiscono affrontare autonomamente le situazioni difficoltose, altre ancora minimizzano i problemi mentre altri li esagerano. Pur se con uno stile definito nell’approcciarsi alle esperienze, le persone sono fondamentalmente in grado di adattarsi efficacemente alle diverse situazioni della vita, e assumono una modalità alternativa quando lo stile abituale risulta inefficace. Al contrario, gli individui con un Disturbo di Personalità sono rigidi e tendono a rispondere in modo inappropriato ai problemi della vita fino al punto che le relazioni con i propri familiari, gli amici e i colleghi di lavoro divengono difficoltosi, insoddisfacenti conflittuali o vengono sistematicamente evitati. Tali modalità disadattive appaiono generalmente in adolescenza o nella prima età adulta e tendono a rimanere stabili nel tempo. Ansia per la saluteIl termine “ansia per la salute” è stato sostituito recentemente al noto termine “ipocondria” che veniva spesso frainteso e rifiutato dalle persone in quanto ritenevano di essere considerate “malati immaginari”: è ormai chiaro che chi si preoccupa di avere una malattia sperimenta realmente i sintomi che riporta al medico. Spesso, tuttavia, questi sintomi possono essere attribuiti al normale funzionamento fisiologico o ad alterazioni non catastrofiche. Le caratteristiche principali che assume l’ansia per la salute sono:
> Paura o preoccupazione persistente di avere una malattia (per lo più scatenate da sintomi come cuore che batte più veloce, mal di testa, formicolii, tensioni allo stomaco… ma anche la lettura di articoli medici o l’esposizione a notizie della tv può innescare il timore); > Ricerca di rassicurazioni (visite mediche, letture approfondite, ricerche su internet) Attenzione al proprio corpo (ascolto del corpo, e ricerca di segnali, ematomi, rigonfiamenti…) (in alcuni casi) la paura di scoprire qualcosa di brutto porta ad un evitamento costante di medici, visite ed accertamenti. > Rinuncia di certe attività per la paura di essere malati o per evitare l’insorgenza di malattie. Eventi traumaticiLa parola trauma deriva dal greco e significa danneggiare, ledere. La definizione fa riferimento sia al concetto di ferita con lacerazione, che agli effetti di uno shock violento sull’insieme dell’organismo. Il trauma in psicologia è una situazione dolorose che colpisce l’individuo più o meno inaspettatamente sconvolgendone l’equilibrio e costringendolo ad adattarsi ad una nuova situazione. Spesso il trauma ha a che fare con una “perdita”, reale o simbolica, di un qualcosa di particolarmente prezioso e significativo nella nostra vita: una persona cara, la nostra integrità, la nostra salute, il nostro ruolo lavorativo, e via dicendo. Si distinguono essenzialmente due tipologie di traumi. Il trauma di Tipo I: si riferisce quegli eventi, improvviso, che portano con sè la minaccia di morte o un senso di pericolo per la l’integrità fisica propria o di una persona cara. Il trauma di Tipo II: sono quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intensa, hanno a che fare con un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia. Esperienze traumatiche diverse sono associate a differenti probabilità di sviluppare un disturbo post traumatico perché l’effetto sulla persona dipende dal tipo e dalla gravità del trauma subito.
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