PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE: DALLA TEORIA…
Tutti noi abbiamo modalità tipiche di pensare e agire che in alcuni casi possono produrre malessere. Le emozioni negative come ansia, depressione, rabbia, colpa o vergogna sono vissuti normali nella quotidianità, tuttavia, talvolta, possono diventare molto intense o durare a lungo: in questo caso ci fanno soffrire e diventano la causa di limitazioni o rinunce.
L’approccio cognitivo-comportamentale postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando che la nostra reazione emotiva agli eventi che accadono sia influenzata da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora. La persona costruisce una rappresentazione della realtà, e riconosce, interpreta ed attribuisce significato ad ogni esperienza. La sofferenza è perciò determinata non dagli eventi in sé, ma piuttosto dalla rappresentazione che ogni persona fa degli eventi stessi. L’essenza del pensiero cognitivista può essere riassunta dalla frase di Epitteto: “le persone sono disturbate non dalle cose, ma dall’interpretazione che esse ne danno”.
Le emozioni dolorose possono spingere le persone a comportamenti che danno un sollievo apparente e immediato, ma che si rivelano controproducenti e dannosi (come ad esempio l’abuso di alcool e sostanze, la restrizione alimentare, il ritiro dalla vita sociale, la ripetizione compulsiva di atti). In altre occasioni la sofferenza emotiva e il tentativo di ridurla incidono profondamente sui rapporti interpersonali, creando relazioni di dipendenza o di continuo contrasto e insoddisfazione che non aiutano a vivere bene.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale esplora il modo in cui la persona pensa e attribuisce significato alle situazioni, ai sintomi, agli eventi della vita e indaga anche come essa ha sviluppato nel corso della vita le credenze su di sé, sugli altri, sul mondo.
La persona viene guidata alla presa di consapevolezza dei suoi schemi mentali: i suoi “occhiali per guardare il mondo”.
…..ALLA PRATICA
Come si svolge una terapia cognitivo-comportamentale? Ecco i punti fondamentali:
PERCHE' SCEGLIERE LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE?
- È SCIENTIFICAMENTE FONDATA:
L’intervento clinico è strettamente coerente con le conoscenze sulle strutture e sui processi mentali desunte dalla ricerca psicologica di base. Il modello cognitivo-comportamentale è stato riconosciuto come trattamento efficacie per numerosi disturbi psicologici, tanto da essere inserito in molte linee guida nazionali per il trattamento di tali disturbi (es: USA, Gran Bretagna, Australia). Rappresenta la psicoterapia di prima scelta nella cura dei disturbi d’ansia e panico e nella depressione dove mostra efficacia equivalente alla terapia farmacologica con un ridotto tasso di ricaduta nel tempo.
- È ORIENTATA ALLO SCOPO:
Il terapeuta cognitivo-comportamentale lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze, durante i primissimi incontri. Si preoccupa poi di verificare periodicamente i progressi in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti.
- È PRATICA E CONCRETA:
Lo scopo della terapia si basa sulla risoluzione dei problemi psicologici concreti. Alcune tipiche finalità includono la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico e dell’eventuale concomitante agorafobia, la riduzione o l’eliminazione dei rituali compulsivi o dei comportamenti alimentari patologici, la promozione delle relazioni con gli altri, la diminuzione dell’isolamento sociale, e cosi via.
- È COLLABORATIVA:
Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il soggetto alla risoluzione dei propri problemi. La CBT è, infatti, una psicoterapia sostanzialmente basata sulla collaborazione tra paziente e terapeuta. Entrambi sono attivamente coinvolti nell’identificazione e nella messa in discussione delle specifiche modalità di pensiero che possono essere causa dei problemi emotivi e comportamentali che attanagliano il paziente.
- È A BREVE TERMINE:
La durata della terapia varia di solito dai quattro ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza il più delle volte settimanale. Problemi psicologici più gravi, che richiedano un periodo di cura più prolungato, traggono comunque vantaggio dall’uso integrato della terapia cognitiva, degli psicofarmaci e di altre forme di trattamento.
Tutti noi abbiamo modalità tipiche di pensare e agire che in alcuni casi possono produrre malessere. Le emozioni negative come ansia, depressione, rabbia, colpa o vergogna sono vissuti normali nella quotidianità, tuttavia, talvolta, possono diventare molto intense o durare a lungo: in questo caso ci fanno soffrire e diventano la causa di limitazioni o rinunce.
L’approccio cognitivo-comportamentale postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando che la nostra reazione emotiva agli eventi che accadono sia influenzata da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora. La persona costruisce una rappresentazione della realtà, e riconosce, interpreta ed attribuisce significato ad ogni esperienza. La sofferenza è perciò determinata non dagli eventi in sé, ma piuttosto dalla rappresentazione che ogni persona fa degli eventi stessi. L’essenza del pensiero cognitivista può essere riassunta dalla frase di Epitteto: “le persone sono disturbate non dalle cose, ma dall’interpretazione che esse ne danno”.
Le emozioni dolorose possono spingere le persone a comportamenti che danno un sollievo apparente e immediato, ma che si rivelano controproducenti e dannosi (come ad esempio l’abuso di alcool e sostanze, la restrizione alimentare, il ritiro dalla vita sociale, la ripetizione compulsiva di atti). In altre occasioni la sofferenza emotiva e il tentativo di ridurla incidono profondamente sui rapporti interpersonali, creando relazioni di dipendenza o di continuo contrasto e insoddisfazione che non aiutano a vivere bene.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale esplora il modo in cui la persona pensa e attribuisce significato alle situazioni, ai sintomi, agli eventi della vita e indaga anche come essa ha sviluppato nel corso della vita le credenze su di sé, sugli altri, sul mondo.
La persona viene guidata alla presa di consapevolezza dei suoi schemi mentali: i suoi “occhiali per guardare il mondo”.
…..ALLA PRATICA
Come si svolge una terapia cognitivo-comportamentale? Ecco i punti fondamentali:
- Il presupposto fondamentale per lo svolgimento di un buon percorso di cura è l’instaurarsi di una buona alleanza terapeutica tra paziente e terapeuta: attenzione costante è dedicata alla creazione e al mantenimento di un clima positivo e collaborativo.
- Paziente e terapeuta fin dalle prime sedute tentano di comprendere i motivi che portano alla sofferenza soggettiva e alla diminuzione della capacità di vivere una vita soddisfacente
- L’attenzione è posta a quello che la persona pensa e prova, ovvero agli aspetti cognitivi ed emotivi, allo scopo di capire in che modo pensieri ed emozioni portino a soffrire o a comportarsi in modi che impediscano di realizzare le proprie mete di vita
- Paziente e terapeuta, una volta compreso quali sono i motivi all’origine dei problemi, formulano un modello condiviso del problema e delle possibili soluzioni, e stabiliscono un piano di cura e un contratto terapeutico che sia ragionevole e condivisibile da entrambi; il piano di cura è finalizzato a trovare strategie per ridurre il dolore e vivere una vita affettiva e lavorativa più soddisfacente e creativa. Piano di cura e contratto terapeutico comprendono le mete che si desidera raggiungere e le azioni che paziente e terapeuta potranno compiere per realizzarle.
- Il progresso terapeutico è costantemente valutato insieme al paziente: la terapia cognitiva non adotta una posizione autoritaria ma chiede al paziente di riflettere insieme al terapeuta sull’andamento del percorso, in modo da aggiustare in corso d’opera le azioni intraprese e aumentare la possibilità che il cambiamento positivo sia raggiunto.
PERCHE' SCEGLIERE LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE?
- È SCIENTIFICAMENTE FONDATA:
L’intervento clinico è strettamente coerente con le conoscenze sulle strutture e sui processi mentali desunte dalla ricerca psicologica di base. Il modello cognitivo-comportamentale è stato riconosciuto come trattamento efficacie per numerosi disturbi psicologici, tanto da essere inserito in molte linee guida nazionali per il trattamento di tali disturbi (es: USA, Gran Bretagna, Australia). Rappresenta la psicoterapia di prima scelta nella cura dei disturbi d’ansia e panico e nella depressione dove mostra efficacia equivalente alla terapia farmacologica con un ridotto tasso di ricaduta nel tempo.
- È ORIENTATA ALLO SCOPO:
Il terapeuta cognitivo-comportamentale lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze, durante i primissimi incontri. Si preoccupa poi di verificare periodicamente i progressi in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti.
- È PRATICA E CONCRETA:
Lo scopo della terapia si basa sulla risoluzione dei problemi psicologici concreti. Alcune tipiche finalità includono la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico e dell’eventuale concomitante agorafobia, la riduzione o l’eliminazione dei rituali compulsivi o dei comportamenti alimentari patologici, la promozione delle relazioni con gli altri, la diminuzione dell’isolamento sociale, e cosi via.
- È COLLABORATIVA:
Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il soggetto alla risoluzione dei propri problemi. La CBT è, infatti, una psicoterapia sostanzialmente basata sulla collaborazione tra paziente e terapeuta. Entrambi sono attivamente coinvolti nell’identificazione e nella messa in discussione delle specifiche modalità di pensiero che possono essere causa dei problemi emotivi e comportamentali che attanagliano il paziente.
- È A BREVE TERMINE:
La durata della terapia varia di solito dai quattro ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza il più delle volte settimanale. Problemi psicologici più gravi, che richiedano un periodo di cura più prolungato, traggono comunque vantaggio dall’uso integrato della terapia cognitiva, degli psicofarmaci e di altre forme di trattamento.
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